IL FREMITO DELL'ALBA


Il Coro Monti Pallidi di Laives in collaborazione con la Filodrammatica di Laives

presenta uno spettacolo di teatro canzone IL FREMITO DELL'ALBA - cantiamo e raccontiamo Mario Rigoni Stern
musica Coro Monti Pallidi diretto da Paolo Maccagnan
voci narranti Bruno De Bortoli, Claudio Maccagnan, Dino Gagliardini



Si tratta di una proposta sui generis che mescola la musica corale e la letteratura. L'accostamento è stato reso possibile utilizzando la parola scritta di un autore straordinario del secondo dopoguerra, Mario Rigoni Stern, e l'ampio repertorio di canti d'ispirazione popolare e d'autore di cui il coro diretto dal M⁰ Paolo Maccagnan è da molto tempo un applaudito
interprete. Lo spettacolo ha come filo conduttore la vita dello scrittore di Asiago che si dipana sotto il profilo musicale grazie ai brani cantati dal coro, collegati l'uno all'altro attraverso la lettura di passi significativi dei suoi numerosi racconti. Per questo il coro si avvarrà della collaborazione di due voci narranti: Claudio Maccagnan, figura molto conosciuta nell'ambito della coralità altoatesina, e Bruno De Bortoli, regista e attore della Filodrammatica di Laives, la quale curerà anche la parte tecnica dello spettacolo.
Ma chi fu Mario Rigoni Stern? Fu il figlio di una terra ai margini, al confine tra la montagna e la pianura, lontana dai grandi centri della vita economica e intellettuale del Paese, con un livello modesto d'istruzione, ma allo stesso tempo ricco di vaste letture e di una spiccata saggezza popolare.
Rigoni si ritagliò nella letteratura il ruolo di grande tessitore di storie, a partire dalla propria vicenda personale, cioè la guerra combattuta come alpino su vari fronti (Francia, Albania,
Grecia e Russia). Ogni punto della trama e dell'ordito della sua opera è costituito da un racconto attraverso il quale lo scrittore di Asiago ha descritto la vita degli uomini, delle piante e degli animali, ma anche la natura, con le sue bellezze, le sue tragedie, i suoi capricci e le sue immutabili verità. Mario Rigoni Stern ci ha lasciato un'eredità riassumibile essenzialmente in tre punti, come dice il suo biografo, Giuseppe Mendicino. Il primo è la scrittura: chiara, pulita, scorrevole e ricca di vocaboli.
Il secondo punto è l'etica civile, cioè una percezione diffusa di valori importanti, anche facili da scandire ma difficili da tradurre in vita reale. Il terzo è un'appassionata difesa della natura cominciata già molti decenni fa. Rigoni Stern fu un precursore di tante tematiche che poi sono state affrontate in modo tardivo: la preoccupazione per i cambiamenti climatici, per la natura violentata dalla mano dell'uomo, la montagna vissuta come un luna park, da sfruttare per un profitto immediato, senza rispetto e
senza una visione lungimirante. E al contempo una difesa appassionata e piena di conoscenza perché la premessa per difendere la natura in generale e la montagna, in particolare, è sicuramente una conoscenza approfondita, mai generica. Mario Rigoni Stern è stato forse il più grande scrittore italiano che si sia occupato di natura e di ambiente. Cantarlo e leggerlo è sicuramente un atto d'amore per la sua opera e i suoi insegnamenti, ma anche per la Terra di cui siamo, volenti o nolenti, responsabili. - Dino Gagliardini

 

 

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