Lo spettacolo è frutto della preziosa riscoperta di un testo goldoniano insieme misconosciuto e sorprendente, nato proprio in territorio veronese durante un breve soggiorno dell'Autore nel feudo di Sanguinetto, dov'egli era stato chiamato in qualità di Cancelliere "per redigere un processo verbale": è qui che Goldoni, affascinato e incuriosito, incontra la pittoresca umanità dei contadini del luogo, e insieme la appassionante vicenda che farà da filo conduttore della commedia.
L'eccezionalità del testo (datato 1752) è data dal fatto che, per la prima e unica volta all'interno del suo sconfinato repertorio, Goldoni rende protagonista d'una sua opera la categoria dei "villani", sorridendo benevolmente della loro ingenua rozzezza, subito utilizzata a fini spettacolari, ma nel contempo sottolineando con ammirazione la loro capacità di riunirsi, di fare comunità, di difendere i propri diritti sino alla rivolta pur di liberarsi di antichi soprusi.
35° CONCORSO NAZIONALE DEL TEATRO DIALETTALE "STEFANO FAIT"