TEATRO DEI DIOSCURI
Sul sottile filo che separa realtà e finzione, passando attraverso la pazzia (per bisogno/fame o per opportunità/etichetta sociale), si gioca questo testo molto particolare di Eduardo.
Il tema del doppio la fa da padrone: comicità-drammaticità, attori-personaggi; uomini-galantuomini; nobili-plebei; ricchezza-miseria; verità-menzogna.
Personaggi attori e attori personaggi, sani che si fingono pazzi e pazzi che tornano sani, fratelli veri e fratelli finti, madri vere e madri finte, padri legittimi e padri illegittimi si susseguono sulla scena intrecciando, l’una nell’altra, vicende speculari.
…e il “la llà ra llà lì, la llà ra llà là”, necessità prima di Alberto, poi del Conte Carlo, quindi di Gennaro, diventa una sorta di mantra corale … giocoso, scaramantico o liberatorio?
La maschera, che domina la scena, ricorda il continuo sdoppiamento dell’essere umano stesso tra finzione e realtà.
41° CONCORSO NAZIONALE DEL TEATRO DIALETTALE "STEFANO FAIT"